La questione privacy, si sa, è da sempre uno dei temi caldi in casa Google, per quanto concerne il sistema operativo Android. In tal senso, uno studente italiano, Marco Picone, è diventato un vero e proprio esperto.
Questi i passaggi più interessanti della sua intervista, rilasciata in questi giorni: “”Alcune applicazioni chiedono l’accesso a dati troppo personali, bisogna cambiare il sistema. Quelle gratis sono il 73 per cento del totale, e l’80 per cento di loro propone annunci pubblicitari che si basano sui dati forniti dagli apparecchi degli utenti. Il problema della privacy è fondamentale per chiunque lavori con le tecnologie mobile. Era interessante controllare che informazioni vengono prese e usate per la pubblicità. Anche se l’utente non lo sa, perché si fida dello sviluppatore. Ad esempio, se un applicativo ti chiede il permesso di accedere al tuo gps e tu glielo accordi, non puoi sapere con quale frequenza lo usa e cosa ne fa. Chi mette online un’applicazione gratuita deve pur guadagnare. Con relative informazioni raccolte dalle varie agenzie pubblicitarie. Ma questo meccanismo si può spezzare, basta cambiare modo di pensare. Per farlo, bisogna lavorare sul sistema Android, non si può semplicemente fare un’app, serve proprio modificare la base sulla quale agire. il progetto è innovativo, perché dà la completa cognizione della propria privacy a chi usa uno smartphone con il sistema di Google“.
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