Tra gli addetti ai lavori nessuno credeva che Apple fosse rimasta a guardare l’ascesa di Android senza reagire. Ed infatti la contromossa non ha tardato come abbiamo avuto già modo di vedere. La risposta di HTC non si è fatta attendere ed anche se è molto presto ed i dettagli ancora sono pochi, è ora di fare qualche piccola considerazione.
Benchè dalle prime indiscrezioni le accuse di Apple sono rivolte solo ad alcuni brevetti che riguardano la famosa interfaccia Sense UI che HTC utilizza in molti dei suoi terminali Android, e quindi non si tratti direttamente di un attacco al sistema operativo Android e quindi a Google, ci sono degli aspetti della vicenda che fanno molto pensare. Primo fra tutti il ruolo di HTC. Infatti il produttore mondiale di smartphone ha in questo caso il ruolo particolare di essersi apertamente schierato come un importante alleato di Google: HTC è infatti il primo produttore che il colosso di Mountain View ha scelto come partner per il lancio del proprio terminale, il Nexus One.
Google infatti ha adottato una politica particolare, non ha deciso infatti di scendere in prima linea nel mercato degli smartphone anche come produttore ma ha deciso di affidarsi per il lancio dei propri terminali e di altri suoi prodotti hardware stipulando accordi con le principali case produttrici, benchè fosse nelle proprie capacità economiche e tecnologiche farne a meno. Questa politica, aggiunta a quella di rendere Android un sistema Open Source, permette il colosso Americano non solo di potersi dedicare con l’aiuto della comunità solo allo sviluppo del codice di Android senza dover gestire anche i problemi legati alla costruzione e alla progettazione dell’hardware dei terminali come il Nexus One, ma gli permette di essere libero da eventuali problemi legali ed accuse sulla violazione di brevetti hardware e software, proprio come in questo caso.
Il codice di Android infatti come sappiamo è rilasciato in licenza Open Source, anche se non completamente. Per questo motivo Apple non può in alcun modo muovere accuse sulla violazione di alcun tipo di brevetto fin quando il codice è sotto gli occhi di tutti, tutti possono modificarlo e soprattutto nessuno può mettere mani al codice dell’iPhone in quando solo Apple è proprietaria dello stesso. L’unico modo che Apple ha per attaccare, se pur indirettamente l’ascesa di Android è quella di attaccare HTC per la violazione di fantomatici brevetti, anche se ancora in casa HTC dichiarano di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte di Apple. Se davvero come sembra l’oggetto della contesa fosse l’interfaccia Sense, è palese come quest’ultima rispetto all’interfaccia classica di Android oltre alla grafica e ad alcune integrazioni con alcuni famosi social network (quali Facebook, Twitter e Flickr) non comporta nè produce modifiche così sostanziali da farci credere che possa addirittura violare, clonare o somigliare l’interfaccia degli Apple iPhone o qualche brevetto sull’interfaccia utente.
Per questo motivo ci sembra che in questa lotta tra titani per accaparrarsi grandi fette di mercato, Apple abbia voluto lanciare un monito, quasi un segnale . E’ infatti molto improbabile che riesca a vincere e dimostrare la violazione di qualche brevetto, ma più che altro è riuscita nuovamente a far parlare di sè, a mobilitare gli addetti ai lavori ed a alimentare il legittimo sospetto. L’azienda dal canto suo ha avuto l’indubbio merito di essere stata la prima, con l’iPhone ad avviare una nuova filosofia, una nuova concezione di smartphone e di interfaccia di utilizzo dei terminali. Ma adesso Google ed il suo prodotto Android con l’appoggio di tutta la comunità possono ri-concepire e rielaborare quello che di buono Apple ha prodotto, analogamente come è successo con l’interfaccia “a finestre” con Windows e Linux nell’ambiente desktop.
Staremo a vedere come andrà a finire tra Apple, HTC e Google: nel frattempo grazie alla concorrenza, all’Open Source e alla collaborazione della comunità i produttori hanno un opportunità di investire su di un sistema operativo gratuito, efficace e funzionale come Android a tutto interesse di noi consumatori… Apple permettendo naturalmente!