Ancora polemiche attorno ad un’applicazione del calibro di Whatsapp, dopo le discussioni emerse con gli utenti Android, costretti ad affrontare un costo annuale per continuare ad utilizzare il programma in questione.
Il Garante, nello specifico, non vede di buon occhio il fatto che l’applicazione possa avere accesso, senza autorizzazione, alle rubriche degli utenti e, di conseguenza, a dati di utenti non necessariamente iscritti:
“Nel rapporto sono state inoltre ipotizzate possibili criticità nelle misure di sicurezza adottate, in particolare riguardo alla conservazione dei dati trattati e al loro accesso da parte di terzi non autorizzati. Gli utenti, per poter usufruire del servizio di messaggistica, devono consentire che l’applicazione acceda alla rubrica dei contatti presente sul proprio smartphone o sul proprio tablet”.
Ci si chiede, pertanto, come vengono conservati e protetti questi dati, ma soprattutto quali sono le misure adottate per proteggere la privacy degli utenti iscritti, ma soprattutto quella degli utenti che non hanno aderito.
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